lunedì 10 luglio 2017

Chi sta dietro a "Sardinian Warrior"?



Sono nato nel 1986 a Cagliari, sin da piccolo ho provato interesse per la storia e le arti marziali. nonostante questo mio particolare desiderio ho praticato da bambino una serie di sport totalmente diversi rispetto ai miei reali desideri. Tennis, basket, nuoto, calcio. Diventato più indipendente, ho iniziato il mio percorso nelle Arti Marziali (A.M.), indirizzandomi verso quelle di origine orientale. Per un po' di tempo ho frequentato l'A.S.D. "Tempio Shaolin" (affiliato FIWUK) presso Quartu S. Elena, al tempo diretto dal Maestro Alessandro Marcialis. 
Attratto sin dall'inizio all'uso delle armi, ho cercato il percorso che mi potesse portare, nel minor tempo possibile a saper maneggiare un'arma bianca. Abbandonate le AM orientali per cercare qualcosa che fosse più aderente ai valori occidentali, dal 2005 ad oggi ho praticato, e continuo a praticare, scherma storica. Ho iniziato il mio percorso nella scherma medioevale con l'A.S.D. Memoriae Milites di Cagliari (ora associazione culturale), presso la quale ho svolto decine di rievocazioni storiche, conferenze, esposizioni, didattica al pubblico adulto (e non), durante le rievocazioni, o all'interno di istituti scolastici. Sono stato uno dei primi rievocatori in Sardegna, assieme ai miei compagni fraterni della Memoriae Milites, ad aver ricostruito e rievocato l'armamento dei guerrieri nuragici. Ho all'attivo diverse partecipazioni in tornei di scherma medioevale, in armatura e non (H.E.M.A.). Nel 2011 ho vinto il primo posto nella sezione scherma in camicia, la 6° edizione del "Torneo del Liofante", promosso dall'associazione. Mi sono classificato ai quarti di finale nel torneo in armatura "Ermete" di Carnasciale (Fi). Ho partecipato a diversi stage di scherma medioevale e di arti marziali. La mia passione per tutte le sfaccettature dell'arte della guerra occidentale mi ha spinto ad esplorare anche il campo dell'arceria. Ho praticato le basi arcieristiche del tiro olimpionico con gli Arcieri Nuragici di Cagliari. In seguito ho acquisito il titolo di istruttore base di tiro con l'arco dinamico nel 2001, promuovendo tornei durante le rievocazioni, insegnando al pubblico (bambini ed adulti) e durante diverse manifestazioni culturali e sportive (PALEOWORKINGUISP). Oltre all'arco ed alla scherma medioevale, nel 2015 ho iniziato a praticare escrima filippina presso l'Accademia Sherden di Datu Alessandro Fantini e Alagad Fabio Cinesu, con studio di olisi (bastone) singolo o doppio, olisi y baraw (bastone e coltello) ed espada y daga (spada e coltello), panantukan (pugilato filippino) ed elementi di Silat.
Dalla fine del 2015 ad oggi mi sono trasferito in Inghilterra, tra l'Oxfordshire ed il Berkshire, ed in questo lasso di tempo ho praticato scherma rinascimentale (spada e boccoliere, spada sola) presso la School of the Sword di Reading, e lo stile di Sir William Hope (smalsword, backsword) presso la Linacre School of Defence di Oxford. Durante la mia permanenza in Inghilterra ho inoltre avuto modo di conoscere esperti come Matt Easton (noto studioso di HEMA)e Neil Burridge (Maestro fusore di spade in bronzo), estrambi dei punti di riferimento in Gran Bretagna ed in Europa, nei loro rispettivi campi di studio.

Il mio approccio alle arti marziali storiche occidentali si basa principalmente sullo studio del manuale di "Fiore dei Liberi" (versione Pisani-Dossi, Getty, Morgan) e del successivo "De Arte Gladiatoria Dimicandiana" di Filippo Vadi, che nel tempo si è esteso allo studio della scherma rinascimentale (Achille Marozzo, ecc) e a quella settecentesca (Sir William Hope, George Silver). Oltre a queste discipline ho avuto modo di approcciare in vari stage anche la scherma tedesca, in particolare per l'uso della spada a due mani e del dussak (Meyer), la sciabola ottocentesca (Hutton) spada e boccoliere (I-33), ed infine il pugilato inglese (Mendoza) presso la già citata Linacre School of Defence di Oxfod.
Nel tempo ho capito che non si può avere una visione completa del funzionamento delle armi e del combattimento senza mettersi in gioco, provando diversi stili e discipline. Non è improbabile che in futuro quindi mi dedichi allo studio di nuovi sistemi.

Nel 2014 mi sono laureato in scienze naturali, con una tesi Antropologica dal titolo "Dal Combattimento alla Lesione: Ricerca di Indicatori in Reperti Scheletrici Umani di Età Nuragica". Nella ricerca ho potuto esaminare di persona i resti di svariati individui, sia di epoca nuragica e prenuragica, romana e medioevale. Determinandone il decesso e la modalità con cui avvenne. Nella tesi ho anche curato un approccio ricostruttivo alla scherma nuragica, un tipo di combattimento sicuramente esistito ma di cui non ci è rimasta alcuna fonte iconografica. Il mio studio sul combattimento dell'età del bronzo in Sardegna (portato anche in Inghilterra e presentato alla Newcastle University) è stato inoltre citato in numerosi altri studi archeologici, essendo decisamente innovativo nel panorama Italiano, per usare le parole dell'archeologa e professoressa Anna Depalmas: "pioneristico".
L'esperienza acquisita nella mia tesi di laurea, unita ad oltre un decennio di pratica schermistica, archeologia sperimentale e ricostruzione/rievocazione storica, è confluita nel libro "Gherreris: dai bronzetti alle statue di Mont'e Prama", stampato nel 2016 dalla Condaghes. Uno studio innovativo basato sull'analisi delle armi e delle armature dei bronzetti nuragici. Quattro sono i temi principali, le ipotesi innovative presentate in questo libro: la prima legata al combattimento degli arcieri, la seconda sull'uso di un pugnale da parte dei presunti “pugilatori” da Mont'e Prama, che secondo quest'ottica sarebbero inquadrabili invece come dei primitivi “gladiatori”, quella relativa a come sarebbero “scomparsi” i guerrieri nuragici, e l'ultima, la più importante, sulla reale identità delle figure nuragiche rappresentate: capi, guerrieri e offerenti. Impegnato da anni nel volontariato culturale, ho inoltre scoperto e denunciato nel 2013 una tomba ciclopica dell'età del bronzo (Tomba dei Giganti) non censita. Ho inoltre scritto negli anni due libri come coautore (La Luce del Toro -2011-, Gigantes de Pedras -2016-), più decine di articoli, scientifici e divulgativi, sulla storia e l'archeologia della Sardegna.

Infine, Come rievocatore e studioso di scherma storica, durante la mia esperienza sono venuto a contatto con tutta una serie di persone straordinarie che hanno contribuito ad accrescere la mia conoscenza in diversi campi. Si va dall'editoria alla pittura, ai documentari ed ai programmi culturali sul piccolo schermo. Nel 2015 sono comparso assieme ai compagni della Memoriae Milites come centurione sulla copertina di un romanzo storico di ambientazione romana, che tratta le vicende della Cohors II Sardorum, RAPIDUM di Vindice Lecis. Sempre nel 2015 ho partecipato, come comparsa e come consulente dell'Associazione Memoriae Milites per il periodo nuragico, in un documentario della Netz Natur del Dott. Naturalista e Biologo Andreas Moser per la Televisione Nazionale Svizzera di lingua tedesca SCHWEIZER RADIO UND FERNSEHEN. Nel 2015 ho inoltre posato per il primo ed il secondo quadro di un trittico sulla vita di S. Caterina (vestito come armato e come boia) realizzato dell'eccezionale Pittore Sardo Antonello Pintus. Il 19 Marzo del 2013 invece ho partecipato, assieme all'associazione Memoriae Milites, nel programma culturale in lingua Sarda "Mannigos de Atualidade, su T.C.S. Tele Costa Smeralda. Con il collega schermidore Andrea Garau ho inscenato un combattimento dal vivo (non simulato e non preparato) di scherma nuragica.

Nel mio tempo libero (come se me ne rimanesse!) seguo il mio blog recentemente anche il lingua inglese (alessandroatzeni.wordpress.com), sulla scherma, la rievocazione storica, l'archeologia sperimentale, nonché la storia e l'archeologia della Sardegna. Ho inoltre un canale di youtube su cui carico video sulle medesime tematiche https://www.youtube.com/channel/UCvO5r47rvjQhsmshrwjipaw . 

sabato 8 luglio 2017

Quanto è difficile iniziare un nuovo corso di Arti Marziali?



Quanto è difficile iniziare un corso di arti marziali? Molto, tantissimo direi, specialmente se il nuovo corso che vogliamo seguire è diverso da quello cui siamo abituati, e ci tira fuori dalla nostra comfort zone.
Pensate di essere bravi in qualcosa... a calcio per esempio! Per un motivo o per un altro, tuttavia, cambiate sport. All'improvviso non siete più così bravi in quello che state facendo, e vi sentite tutto meno che appagati. Non è una bella sensazione, vero?
Negli anni ho provato diverse discipline, senza mai trovare quello che facesse per me, almeno sino al mio approdare nella scherma storica, una decina di anni fa. Per circa otto anni sono rimasto nella stessa palestra, ma per un motivo o per un altro, la vita ci fa cambiare percorso, a volte senza neanche che lo vogliamo e siamo costretti a fare delle scelte. Spesso queste scelte ci sembrano difficili, perché siamo noi che le riteniamo tali, ci costruiamo nella testa enormi castelli mentali, che non fanno altro che rallentarci rispetto all'obbiettivo che ci siamo prefissati. Perché ovviamente voi avete un obbiettivo, no? Nel caso in cui non lo abbiate, smettete di leggere. Questo post non parla di come trovarne uno.
Dicevamo. Siamo lì che stiamo decidendo che cosa fare: continuare con la stessa disciplina (calcio ad esempio, nel mio caso scherma, ma tant'è...) o cambiare per qualcos'altro. Cosa facciamo? Ci sono pro e contro in entrambi i casi. Possiamo continuare a fare quello che facciamo da tutta la vita, e va bene, è sicuramente più facile ed è meno difficile ricominciare lo stesso percorso in una palestra diversa, essendo già padroni della disciplina...oppure...
Possiamo decidere di re-iniziare da zero, abbracciando tutti gli aspetti positivi, ma anche negativi che comporta questa scelta, di cui il principale: tornare ad essere dei novizi, dei bambini con la cintura bianca.
Questo vuol dire che i vostri compagni di allenamento penseranno che voi essenzialmente siate dei pivelli (non preoccupatevi, lo penserebbero anche se foste dei maestri): quindi la battutina, la poca considerazione, i calci in culo fisici e non che riceverete dai più esperti, insomma, la solita bellissima collezione di sgradevoli comportamenti umani.
Può andare così, o può andare molto meglio. In generale questo dipende dalla palestra che avete scelto. Se la vostra palestra è come nel caso indicato, probabilmente è una palestra di merda.

Ovviamente ci sono solo due soluzioni possibili: mollare o restare. Dopotutto non ve lo fa fare nessuno di allenarvi con un branco di rincoglioniti (e credetemi, ce ne sono). Nel caso in cui restiate, forse perché siete particolarmente autolesionisti, o perché dopo un iniziale periodo i vostri compagni hanno assunto maggiore confidenza in voi (e quindi non erano così male), allora non potete che progredire. Sicuramente sarete migliori di prima, e avrete mostrato molto più coraggio di chi rimane tutta la vita a fare la stessa cosa, solo perché ha paura di diventare nuovamente un novizio.

A sa prossima
Alessandro